martedì 8 giugno 2010

Uno Stato membro può vietare l’offerta di giochi d’azzardo su Internet

Uno Stato membro può vietare l’offerta di giochi d’azzardo su Internet
Considerate le particolarità dell’offerta dei giochi d’azzardo su Internet, questo divieto può essere considerato giustificato dall’obiettivo della lotta contro le frodi e contro la criminalità
La normativa olandese sui giochi d’azzardo si fonda su un sistema di autorizzazioni esclusive secondo cui, da un lato, è vietato organizzare o promuovere giochi d’azzardo (a meno che non sia stata rilasciata a tal fine un’autorizzazione amministrativa) e, dall’altro, le autorità nazionali concedono una sola autorizzazione per ognuno dei giochi autorizzati. Inoltre, nei Paesi Bassi non esiste possibilità di offrire in modo interattivo giochi d’azzardo via Internet.
La De Lotto è una fondazione di diritto privato senza scopo di lucro, titolare dell’autorizzazione per organizzare scommesse sportive, del lotto e di giochi di cifre. Secondo il suo statuto essa persegue l’obiettivo di procurarsi fondi mediante l’organizzazione di giochi d’azzardo e di ripartire tali fondi tra enti che operano nell’interesse generale, in particolare nel settore dello sport, dell’educazione fisica, del benessere generale, della salute e della cultura.
Lo Hoge Raad der Nederlanden (Corte di cassazione) e il Raad van State (Consiglio di Stato) dei Paesi Bassi interpellano la Corte di giustizia in merito alla compatibilità della normativa olandese sulla politica relativa ai giochi d’azzardo con il diritto dell'Unione europea.
Causa C-258/08, Ladbrokes
Le società Ladbrokes operano nel settore dell’organizzazione di scommesse sportive e sono note soprattutto per le loro attività nell’ambito delle scommesse a quota fissa («bookmaking»). Sul loro sito Internet propongono diversi giochi d’azzardo, principalmente collegati allo sport. Esse non esercitano materialmente nessuna attività nel territorio olandese.
La De Lotto ha adito il giudice nazionale lamentando che tali società offrivano ai residenti nei Paesi Bassi giochi d’azzardo su Internet per i quali non disponevano di autorizzazione.
Secondo la Corte è pacifico che la normativa olandese costituisca una restrizione alla libera prestazione dei servizi.
Tuttavia, una restrizione di questo genere può essere giustificata, in particolare da obiettivi come la tutela dei consumatori, la prevenzione delle frodi e dell’incitazione ai cittadini ad una spesa eccessiva collegata al gioco nonché dall'obiettivo della prevenzione di turbative all’ordine sociale. Al riguardo, spetta ai giudici nazionali verificare se le normative degli Stati membri perseguano veramente questi obiettivi e se le restrizioni imposte non risultino sproporzionate rispetto a detti obiettivi.
In questo contesto, lo Hoge Raad der Nederlanden nutre dubbi in merito alla coerenza e alla sistematicità della normativa nazionale, considerato che quest’ultima consente tra l’altro alla De Lotto di proporre nuovi giochi e di avvalersi di messaggi pubblicitari per rendere attraente la sua offerta sul mercato.
La Corte considera che una politica di espansione controllata del settore dei giochi d’azzardo può essere assolutamente coerente con l’obiettivo di attirare i giocatori che praticano giochi e scommesse clandestini, vietati in quanto tali, verso attività autorizzate e regolamentate.
È compito del giudice del rinvio valutare se la normativa nazionale possa essere considerata rientrante nell’ambito di una politica di espansione controllata, effettivamente diretta ad incanalare la voglia di giocare entro circuiti legali.
Se risultasse che i Paesi Bassi praticano una politica di forte espansione dei giochi d’azzardo, incitando ed incoraggiando eccessivamente i consumatori a partecipare a tali giochi, allo scopo principale di procurarsi risorse finanziarie, se ne dovrebbe concludere che tale politica non limita in modo coerente e sistematico le attività di gioco d’azzardo.
Nello svolgere questa valutazione il giudice nazionale deve in particolare verificare se la pratica del gioco illegale possa costituire un problema nei Paesi Bassi e se un’espansione delle attività autorizzate e regolamentate possa porre rimedio a questo problema.
Le società Ladbrokes fanno peraltro valere di essere titolari di un’autorizzazione rilasciata dalle autorità del Regno Unito che consente loro di proporre scommesse sportive e altri giochi d’azzardo via Internet e per telefono e di essere assoggettate, in tale Stato membro, ad una normativa molto rigorosa diretta a prevenire le frodi e la dipendenza dal gioco. Affermano inoltre che i controlli e le garanzie non dovrebbero intervenire due volte.
In proposito, la Corte rileva come il settore dei giochi d’azzardo offerti tramite Internet non costituisca oggetto di un’armonizzazione nell’Unione. Uno Stato membro può quindi legittimamente ritenere che il mero fatto che un operatore, come le società Ladbrokes, offra via Internet in un altro Stato membro, conformemente alla legge, servizi rientranti in tale settore non rappresenti una garanzia sufficiente di tutela dei consumatori nazionali.
Inoltre, considerata l’assenza di un contatto diretto tra il consumatore e l’operatore, i giochi d’azzardo accessibili via Internet implicano rischi di natura differente e di maggiore importanza rispetto ai mercati tradizionali dei giochi medesimi per quanto attiene ad eventuali frodi commesse dagli operatori nei confronti dei consumatori.
Causa C-203/08, Sporting Exchange (Betfair)
La Sporting Exchange (Betfair) opera nel settore dei giochi d’azzardo e offre i suoi servizi unicamente via Internet e per telefono. A partire dal Regno Unito essa mette a disposizione dei destinatari di servizi una piattaforma per le scommesse sugli eventi sportivi e sulle corse di cavalli, in base ad autorizzazioni britanniche e maltesi. La Sporting Exchange (Betfair) non dispone di alcuno stabilimento o punto di vendita nei Paesi Bassi.
Essa ha in sostanza affermato che le autorità olandesi erano obbligate, da un lato, a riconoscere l’autorizzazione di cui essa usufruisce nel Regno Unito e, dall’altro, a rispettare il principio di trasparenza in occasione del rilascio di un’autorizzazione ad offrire giochi d’azzardo.
In primo luogo, seguendo lo stesso ragionamento svolto nella causa C-258/08, Ladbrokes, la Corte rileva che la restrizione della libera prestazione dei servizi, tenuto conto delle particolarità connesse all’offerta di giochi d’azzardo su Internet, può essere considerata giustificata dall’obiettivo di lotta contro la frode e contro la criminalità.
In secondo luogo, per quanto riguarda il regime di autorizzazione a favore di un unico operatore, la Corte osserva che gli Stati membri dispongono di un margine discrezionale sufficiente per definire il livello di tutela voluto in materia di gioco d’azzardo. Tuttavia, affinché un regime di previa autorizzazione amministrativa sia giustificato, deve essere fondato su criteri oggettivi, non discriminatori e noti in anticipo, così da circoscrivere sufficientemente l’esercizio del potere discrezionale delle autorità di modo che esso non sia esercitato arbitrariamente.
In ogni caso, le restrizioni alla libertà di prestazione di servizi specificamente derivanti dalle procedure per il rilascio e il rinnovo di un’autorizzazione a favore di un operatore unico potrebbero essere considerate giustificate qualora lo Stato membro decida di rilasciare o rinnovare l’autorizzazione ad un operatore pubblico la cui gestione è soggetta al controllo diretto dello Stato oppure a un operatore privato sulle cui attività i pubblici poteri sono in grado di esercitare uno stretto controllo.
In tali situazioni, il rilascio o il rinnovo di diritti esclusivi per la gestione dei giochi d’azzardo a un siffatto operatore, senza previa procedura concorrenziale, non risulterebbe sproporzionato rispetto agli obiettivi perseguiti dalla normativa olandese.
Spetta al giudice del rinvio verificare se i titolari di autorizzazioni per l’organizzazione di giochi d’azzardo nei Paesi Bassi soddisfino tali condizioni.